Innovazione Archives | Mine Consulting https://consultingmine.com/tag/innovazione/ L'innovazione accanto a te. Tue, 24 Jun 2025 16:20:23 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.3 https://consultingmine.com/wp-content/uploads/2022/06/cropped-square_banner_512-32x32.png Innovazione Archives | Mine Consulting https://consultingmine.com/tag/innovazione/ 32 32 Digital transformation: numeri e realtà da conoscere https://consultingmine.com/digital-transformation/ Tue, 24 Jun 2025 16:20:21 +0000 https://consultingmine.com/?p=3835 La digital transformation non è più una scelta, ma una condizione necessaria per restare competitivi. Non si tratta solo di adottare nuove tecnologie, ma di ripensare interamente processi, modelli organizzativi e cultura aziendale.  I numeri parlano chiaro: le aziende che investono nel digitale migliorano efficienza, time-to-market ed esperienza cliente.  Eppure, l’84% delle iniziative digitali fallisce […]

The post Digital transformation: numeri e realtà da conoscere appeared first on Mine Consulting.

]]>

La digital transformation non è più una scelta, ma una condizione necessaria per restare competitivi.

Non si tratta solo di adottare nuove tecnologie, ma di ripensare interamente processi, modelli organizzativi e cultura aziendale. 

I numeri parlano chiaro: le aziende che investono nel digitale migliorano efficienza, time-to-market ed esperienza cliente. 

Eppure, l’84% delle iniziative digitali fallisce nel lungo periodo, frenate da sistemi obsoleti e carenze di competenze. 

Mentre il mercato globale cresce a ritmi vertiginosi — fino a 8.567 miliardi di dollari entro il 2033 — l’Italia mostra segnali di progresso, ma anche ritardi, soprattutto tra PMI e grandi imprese. 

Come intuibile, l’intelligenza artificiale guida la trasformazione, l’e-commerce avanza e la cybersecurity diventa priorità. 

Perché la digitalizzazione funzioni davvero, dunque, servono investimenti, strategia e formazione.

Vediamo più nel dettaglio questi aspetti.

La trasformazione digitale non è più un’opzione

La digital transformation non è solo un aggiornamento tecnologico, è un cambiamento strutturale di processi, modelli organizzativi e cultura aziendale. 

Le organizzazioni che trascurano questo cambiamento rischiano di perdere efficienza, clienti e quote di mercato.

Si tratta, quindi, di un percorso continuo che va pianificato, gestito e sostenuto nel tempo. 

6 motivi per valutare la digital transformation

Le aziende che investono nel digitale ottengono vantaggi tangibili:

  • il 40% migliora l’efficienza operativa;
  • il 36% accelera il time-to-market;
  • il 35% migliora l’esperienza del cliente;
  • il 58% ottimizza i processi interni.

(Fonte: https://joget.com/digital-transformation-stats-and-facts/)

Tuttavia, l’84% delle iniziative digitali non raggiunge gli obiettivi. I motivi? 

Sistemi legacy, competenze inadeguate, budget mal allocati e resistenza al cambiamento. 

A queste cause si aggiungono spesso una scarsa analisi e progettazione dei prodotti digitali e metodi di gestione antiquati, che non tengono conto della complessità e dinamicità dei progetti IT.

Molte aziende, ad esempio, evitano approcci iterativi e flessibili, preferendo invece modelli statici in cui si cerca di definire tutto da subito, con il rischio di blocchi e inefficienze lungo il percorso.

Anche tra le aziende che inizialmente riescono a ottenere risultati, solo il 12% mantiene i benefici nel lungo periodo, superando la soglia critica dei tre anni. 

Questo perché la digital transformation non è un progetto una tantum, ma un processo evolutivo, che richiede continuità, adattabilità e un forte commitment da parte della leadership. 

Le imprese vincenti costruiscono una cultura digitale interna, investono nella formazione del personale e allineano costantemente tecnologia, strategia e organizzazione.

Richiedi la tua consulenza preliminare

siamo qui per ascoltarti!

Mine-consulting-logo-white-slim-blue-grey

Investimenti in forte crescita

Il mercato globale della digital transformation è in piena espansione. 

Le previsioni parlano di:

Solo tra il 2020 e il 2023 si sono spesi oltre 6,8 trilioni di dollari in progetti digitali. 

IDC prevede che entro il 2027 il 70% della spesa ICT globale sarà legata a queste iniziative.

L’IA traina la trasformazione

L’intelligenza artificiale sta assumendo un ruolo sempre più strategico nei percorsi di trasformazione digitale, passando da tecnologia emergente a leva centrale per l’innovazione dei modelli di business

La stima di Gartner – secondo cui entro il 2028 il 33% delle applicazioni aziendali integrerà sistemi di Agentic AI – evidenzia un’accelerazione verso soluzioni sempre più autonome, capaci non solo di eseguire istruzioni ma anche di prendere decisioni e agire proattivamente all’interno dei processi aziendali.

Parallelamente, sta emergendo con forza la figura del “citizen developer” potenziato dall’IA: utenti business, spesso senza background tecnico, che grazie a strumenti low-code/no-code e al supporto dell’intelligenza artificiale riescono a creare applicazioni, automatizzare flussi e contribuire attivamente alla digitalizzazione. 

Questo fenomeno rappresenta una risposta concreta alla cronica carenza di sviluppatori e professionisti IT specializzati, permettendo alle aziende di sbloccare risorse interne e accelerare lo sviluppo di soluzioni digitali.

Non si tratta solo di colmare un gap tecnico, ma di democratizzare l’innovazione, distribuendola a tutti i livelli dell’organizzazione. 

Le imprese che sapranno integrare l’AI nei propri processi e valorizzare queste nuove competenze ibride saranno più agili, più resilienti e più competitive.

 

Italia: segnali di crescita ma anche ritardi

I dati Istat del 2024 mostrano che l’Italia è ancora in ritardo sull’adozione dell’intelligenza artificiale, soprattutto tra le imprese di piccole e medie dimensioni. 

Solo l’8,2% delle aziende italiane con almeno 10 addetti utilizza tecnologie AI, ben al di sotto della media europea del 13,5%. Questo gap evidenzia una fragilità strutturale nel sistema produttivo italiano, dove la diffusione dell’innovazione resta concentrata in una fascia ristretta di realtà più evolute.

Tuttavia, tra le grandi imprese il quadro è più positivo: il 32,5% ha già adottato soluzioni di intelligenza artificiale, segno che le realtà con maggiore capacità organizzativa e budget riescono a cogliere meglio le opportunità del digitale. 

Gli ambiti di applicazione più diffusi sono il marketing (35,7%) e l’amministrazione (28,2%), settori in cui l’IA offre strumenti concreti per analizzare dati, automatizzare attività e migliorare le decisioni.

Un dato incoraggiante riguarda le prospettive future: tra le aziende che già utilizzano l’intelligenza artificiale, il 70% prevede di aumentare gli investimenti nei prossimi due anni

Divari digitali: PMI vs grandi imprese

In Italia le differenze digitali tra PMI e grandi imprese sono marcate:

  • solo l’11,3% delle PMI ha specialisti ICT (vs 74,5% delle grandi);
  • meno della metà delle PMI adotta strumenti per riunioni a distanza (vs 96,3%);
  • solo il 26% delle PMI raggiunge un livello alto di digitalizzazione (vs 83,1% delle grandi aziende).

(Fonte: Istat)

Non sai da dove iniziare?

Non ti preoccupare, ti guidiamo noi.

Mine-consulting-logo-white-slim-blue-grey

E-commerce e vendite online in crescita

Nel 2024, il 20,4% delle imprese italiane ha venduto online (contro il 19,1% del 2023). 

Il 14% del fatturato delle PMI attive nell’e-commerce deriva dal digitale; cresce, inoltre, il commercio estero via web: il 51,3% delle PMI italiane ha venduto online fuori dai confini nazionali.

(Fonte: Istat)

Cybersecurity: priorità, ma ancora lacune

Il 32,2% delle aziende italiane adotta almeno sette misure di sicurezza. 

Il 15,8% ha subito attacchi gravi nell’ultimo anno. 

Solo il 23,9% usa crittografia e appena il 12,1% sistemi biometrici. 

Il 53,8% delle imprese prevede investimenti in cybersecurity nel biennio 2025–2026.

(Fonte: Istat)

Cosa serve per far funzionare la digitalizzazione

Per far funzionare davvero la digitalizzazione non bastano strumenti tecnologici: serve un ecosistema favorevole e una visione strategica di lungo termine

Secondo le imprese italiane, i tre fattori più utili per abilitare un percorso digitale efficace sono: 

  • incentivi pubblici (57,8%);
  • formazione interna (38,1%)
  • migliori connessioni e infrastrutture (33,4%)

Questi elementi rappresentano le basi su cui costruire un’adozione sostenibile e diffusa delle tecnologie digitali.

Gli incentivi pubblici, in particolare, giocano un ruolo chiave.  

Accanto questi ultimi, le aziende riconoscono l’importanza della formazione continua del personale e dell’adeguamento delle infrastrutture digitali, come rete e connettività. 

Altri elementi fondamentali includono:

  • una strategia digitale ben definita
  • l’inserimento di nuove figure professionali specializzate;
  • la collaborazione con centri di ricerca e università. (Fonte: Istat)

Solo integrando questi fattori in modo coerente, le imprese potranno ottenere risultati duraturi e scalabili dai propri progetti di trasformazione digitale.

Sei alla ricerca di un partner per il tuo percorso di digital transformation?

Contattaci con il form qui sotto!

Il modulo può essere compilato inserendo l' URL effettivo del sito web .

The post Digital transformation: numeri e realtà da conoscere appeared first on Mine Consulting.

]]>
Consulenza informatica aziendale: trasformare le idee in soluzioni software https://consultingmine.com/consulenza-informatica-aziendale/ Mon, 09 Jun 2025 13:54:08 +0000 https://consultingmine.com/?p=3744 Nel contesto digitale attuale, in cui ogni processo aziendale tende a integrarsi con strumenti tecnologici, la consulenza software assume sempre più un ruolo strategico.  Le aziende non cercano solo strumenti, ma risposte pratiche e competenze capaci di trasformare obiettivi complessi in sistemi concreti, efficienti e scalabili.  Che si tratti dello sviluppo di una web app, […]

The post Consulenza informatica aziendale: trasformare le idee in soluzioni software appeared first on Mine Consulting.

]]>

Nel contesto digitale attuale, in cui ogni processo aziendale tende a integrarsi con strumenti tecnologici, la consulenza software assume sempre più un ruolo strategico. 

Le aziende non cercano solo strumenti, ma risposte pratiche e competenze capaci di trasformare obiettivi complessi in sistemi concreti, efficienti e scalabili. 

Che si tratti dello sviluppo di una web app, di un’app nativa o di un gestionale su misura, è la qualità della fase di analisi a determinare l’esito del progetto.

Consulenza informatica aziendale: quali problemi risolve?

La consulenza informatica aziendale è un servizio che supporta le imprese nella progettazione, nello sviluppo e nell’ottimizzazione di soluzioni software personalizzate

Non si tratta solo di suggerire tecnologie, ma di accompagnare il cliente in un percorso strutturato: dall’analisi dei bisogni si arriva alla realizzazione concreta di sistemi in grado di migliorare i processi interni, con il fine di aumentare l’efficienza operativa e facilitare la trasformazione digitale.

Molte aziende si trovano in difficoltà proprio nelle prime fasi, ovvero quando è necessario tradurre un’esigenza in una specifica tecnica, oppure si scontrano con la difficile scelta della tecnologia o con la necessità di integrazione di nuove funzionalità in sistemi già esistenti.

Quando serve la consulenza informatica per un’azienda

Il supporto di un’azienda di consulenza software è particolarmente utile in alcune fasi critiche:

  • quando si ha intenzione di sviluppare un nuovo gestionale, una piattaforma o un’applicazione;
  • nel caso in cui serva aggiornare o riprogettare sistemi esistenti;
  • per comprendere quale stack tecnologico è più adatto agli obiettivi aziendali;
  • quando manca internamente un team tecnico con competenze di progettazione o sviluppo;
  • quando si avvia un percorso di digital transformation ma non si ha chiara la roadmap.

La consulenza informatica, in questo senso, interviene come elemento chiave per ridurre gli errori di impostazione, evitare sprechi di tempo e risorse, in modo da ottenere risultati concreti e duraturi. 

Richiedi la tua consulenza preliminare

siamo qui per ascoltarti!

Mine-consulting-logo-white-slim-blue-grey

Le 4 fasi della consulenza tecnica nel software

La consulenza tecnica non si limita a suggerire strumenti, ma segue un percorso preciso.

Vediamo nel dettaglio le fasi fondamentali.

Analisi dei requisiti e progettazione di un software gestionale

Tutto parte dall’ascolto. 

In questa fase si raccolgono le informazioni sulle esigenze funzionali, sui flussi di lavoro da ottimizzare e sulle aspettative del cliente, sia che si tratti della realizzazione di un gestionale complesso, dello sviluppo di una web app o di un’app nativa.

Per un software gestionale, ad esempio, significa comprendere le logiche di business, i dati da gestire, le automazioni da attivare o le interfacce richieste.

Questa fase è importantissima, proprio per evitare di costruire funzionalità inutili.

Architettura e scelte tecnologiche

Una volta chiariti i requisiti, si passa alla fase di progettazione del software, con la definizione dell’architettura, delle tecnologie da utilizzare (es. framework, database, linguaggi) e della struttura modulare.

Questa fase ha un impatto diretto sulla stabilità, sulla scalabilità e sulla sicurezza del prodotto finale. 

Il consulente in questo frangente supporta l’azienda nel prendere decisioni consapevoli, valutando le opzioni in base a costi, mantenibilità, prestazioni e compatibilità con i sistemi già presenti (come nel caso dei sistemi legacy).

Supporto operativo allo sviluppo

La consulenza tecnica non si esaurisce nella fase di progettazione. 

Spesso il consulente affianca il team di sviluppo interno o esterno, contribuendo con competenze specifiche alla realizzazione concreta del progetto.

Il supporto può includere:

  • revisione del codice e linee guida di sviluppo;
  • monitoraggio delle scadenze e supporto metodologico;
  • risoluzione di problemi tecnici specifici (es. compatibilità tra dispositivi nello sviluppo di app native);
  • validazione delle funzionalità implementate.

Questo approccio garantisce coerenza tra quanto pianificato e quanto realizzato.

Consulenza software e digital transformation

In caso di digitalizzazione dei processi aziendali, la consulenza software diventa uno strumento per accompagnare il cambiamento, grazie a:

  • mappatura dei processi
  • proposte di soluzioni digitali evolute;
  • prioritizzazione delle attività; 
  • progettazione di MVP (Minimum Viable Product) per testare un’idea.

Può essere, dunque, un player che guida la digital transformation, proponendo soluzioni sostenibili, realistiche e compatibili con il contesto aziendale in cui va a inserirsi.

Non sai da dove iniziare?

Non ti preoccupare, ti guidiamo noi.

Mine-consulting-logo-white-slim-blue-grey

I benefici per le aziende

Grazie alla consulenza, le aziende possono ottenere una fotografia precisa dei propri processi e individuare i punti critici da ottimizzare. 

Questo porta a un miglioramento operativo, a una riduzione degli sprechi e a una maggiore reattività rispetto al mercato.

Un sistema ben progettato, inoltre, permette di:

  • automatizzare attività ripetitive;
  • ridurre gli errori manuali;
  • centralizzare i dati
  • migliorare la collaborazione tra reparti.

Tutto questo si traduce in più tempo per attività ad alto valore.

Procedere senza un consulente: i 5 possibili errori

Molti progetti software falliscono o si bloccano per una mancata pianificazione iniziale. 

Tra gli errori più frequenti ricordiamo:

  1. lanciarsi nello sviluppo senza una fase di analisi approfondita;
  2. requisiti incompleti o contraddittori;
  3. scelta di tecnologie non adatte (per moda o per inesperienza);
  4. non considerare la possibilità di integrazione con sistemi già esistenti;
  5. trascurare aspetti come la sicurezza, la scalabilità o la manutenzione.

Dall’analisi alla realizzazione: come si traduce la consulenza in sviluppo

Una volta concluse le attività di analisi, progettazione e pianificazione, la consulenza tecnica continua nel monitoraggio dello sviluppo

Il passaggio dall’idea alla realizzazione viene accompagnato da:

  • documentazione tecnica condivisa;
  • backlog di funzionalità e priorità;
  • momenti di verifica periodica tra team e stakeholder;
  • supporto alla messa in produzione e testing.

Un approccio di questo tipo consente di non perdere continuità tra le fasi iniziali e l’output finale, mantenendo la visione complessiva del progetto.

Perché scegliere Mine Consulting come partner

Mine Consulting offre servizi di consulenza software pensati per accompagnare le aziende in tutte le fasi della trasformazione digitale

Dall’analisi iniziale alla scelta delle tecnologie, dallo sviluppo alla manutenzione, affianchiamo i nostri clienti nella creazione dei loro progetti più ambiziosi.

Se stai valutando un nuovo progetto software o vuoi migliorare l’efficacia dei sistemi già in uso, contattaci per una prima analisi: siamo pronti ad ascoltarti.

Il modulo può essere compilato inserendo l' URL effettivo del sito web .

The post Consulenza informatica aziendale: trasformare le idee in soluzioni software appeared first on Mine Consulting.

]]>
Donne e sviluppo software https://consultingmine.com/donne-e-sviluppo-software-il-binomio-vincente/ Fri, 22 Nov 2024 09:06:19 +0000 https://consultingmine.com/?p=1075 E’ indubbio che la tecnologia è un settore prettamente maschile, un settore che lascia ben poco spazio alle donne e alla loro inventiva ma attenzione…se state pensando che sia impossibile trovare sviluppatrici alle prese con smanettamenti informatici…be’, abbiamo una notizia per voi: vi sbagliate di grosso! Ovvio, al momento, non è possibile ipotizzare una parità […]

The post Donne e sviluppo software appeared first on Mine Consulting.

]]>

E’ indubbio che la tecnologia è un settore prettamente maschile, un settore che lascia ben poco spazio alle donne e alla loro inventiva ma attenzione…se state pensando che sia impossibile trovare sviluppatrici alle prese con smanettamenti informatici…be’, abbiamo una notizia per voi: vi sbagliate di grosso!

Ovvio, al momento, non è possibile ipotizzare una parità con l’altro sesso ma, per lo meno in questo settore, si intravede la luce in fondo al tunner, vale a dire: le donne nell’ambito IT stanno crescendo! Questo specialmente nei paesi in via di sviluppo e negli Stati Uniti. 

E’ chiaro che, trattandosi di un fenomeno portatore di un’ondata di cambiamento, lo stesso non è privo di quei fenomeni di pregiudizio che da sempre caratterizzano la nostra cultura. Permane quel velo di stupore nel vedere le donne in posizioni da sempre individuate, secondo lo stereotipo culturale comune, “da uomo”. 

Ma questo non vale solo per questo settore così, potremmo dire, specifico. Quante donne autiste di autobus o camioniste avete mai incontrato? Se le avete incontrate, ci dispiace deludervi, si tratta di un’eccezione.

Questo però non deve farci dimenticare che i muri si possono abbattere, la cultura si può rivoluzionare e sfidare i pregiudizi è una lotta dura, che ritiene tempo ma stimolante e producente se affrontata con il piglio giusto. 

E’ infatti sempre più noto a tutti come il gender gap rappresenta il modo più intelligente di rendere il posto di lavoro più producente e funzionale.

Cosa si intende con gender gap? In parole povere, si tratta di equilibrare la presenza di uomini e donne sul posto di lavoro. Come, nel dettaglio?

E’ stato stimato che il rapporto ideale è 60/40, dunque in un ambiente lavorativo composto il 60% da uomini e il 40% da donne è dimostrato che è possibile ottenere un’ottima performance lavorativa e migliorare l’equilibrio psicofisico di tutti i dipendenti. 

Insomma, appare evidente che ridurre il proprio ufficio o la propria azienda alla scelta di un unico sesso risulta assai controproducente. Se, per esempio, prendiamo in considerazione alcuni studi sulla psicologia dei sessi, si evince come gli uomini hanno (tendenzialmente) un approccio sul lavoro molto più aggressivo ed istintivo, mentre le donne si distinguono (sempre riferendoci ad una tendenza generale) per un comportamento più riflessivo e ragionato). 

Ora, non vogliamo prendere per oro colato teorie basate sulle differenze psicologiche dei sessi ma se un fondo di verità c’è appare evidente come creare un mix tra due approcci diversi e due tipi di comportamento diverso possa risultare compensativo e più produttivo. 

La diversità in azienda appare dunque (o deve apparire, dal nostro punto di vista) come un valore da cogliere e un mezzo da sfruttare in modo vantaggioso. 

Un mix di skill diversificate può dare il via a risultati più eterogenei, abbattendo il rischio di valutare determinati aspetti lavorativi da un punto di vista limitato. Tutto questo, va da sé, influisce positivamente sulla crescita di un’azienda ed espande il suo background. 

Grazie al confronto aperto e al riconoscimento dei valori che le donne possono apportare in un campo storicamente, da sempre, visto come maschile, è possibile portare innovazione. Pensiamoci bene: se le donne sono sempre state emarginate dal settore, è indubbio che non hanno mai apportato un contributo. Grazie al loro differente stile di lavoro, possono sorgere delle idee innovative.

Inoltre, riprendendo le fila di quanto già affermato, è stato dimostrato come un ambiente di lavoro che si dimostra inclusivo e aperto favorisce il benessere psicofisico dei dipendenti (di tutti i dipendenti) e più positivo sarà il mood delle persone che lavorano in un luogo, maggiore sarà la loro produttività e la loro voglia di lavorare bene in un team coeso. 

Rendendosi conto di fare parte di un team che abbraccia il valore della diversità (e non la rifugge), tutti saranno più inclini ad esprimere le proprie potenzialità, migliorando così la performance generale dell’azienda. 

Un team con differenti background e punti di vista è in grado, inoltre, di raggiungere un bacino più ampio di clienti.

Se tutto questo discorso vi appare troppo poco concreto, lasciamo parlare i fatti. Esistono infatti delle app molto importanti che hanno dato una svolta alla vita di moltissime persone….create appunto da donne! 

Per esempio, Caredose, un’app ideata per l’assunzione e la gestione di medicinali. Software creato da Gauri Angrish, esperta in biotecnologia, che si è resa conto di quanto fosse importante creare una maggiore conoscenza e sensibilità verso il mondo dei farmaci. 

Un altro esempio è PreBuddy, un’app di monitoraggio per la gravidanza che ha spopolato soprattutto in India. Fornisce moltissime informazioni inerenti alla crescita del bambino e alla gestione della gravidanza, in modo da monitorare la situazione autonomamente e in maniera più continuativa (ovviamente senza sostituirsi ai controlli medici). La startup è stata creata da una ingegnera meccanica indiana. La riflessione, a questo punto, sorge spontanea: chi, più di una donna, può raggiungere ed incontrare le necessità di altre donne? Rinunciare al talento femminile significa anche, mettendola giù in termini molto pragmatici, rischiare di perdere una fetta di clienti davvero troppo importante.  

Il riconoscimento della necessità di inclusione femminile in tutti gli ambiti ma, in particolare modo, negli ambiti dai quali le donne sono sempre state escluse è necessario non solo per rivoluzionare culturalmente la società ma, anche, per una scossa alla nostra economia. La creazione di software richiede indiscutibilmente una parte di idealizzazione creativa e la creatività ha bisogno di stimoli, diversità. Senza contare, poi, che risulta necessario abbandonare lo stereotipo che vede le donne come poco inclini alla scienza e alla tecnologia perché i risultati parlano chiaro: l’approccio è differente ma ci sono donne altamente qualificate in grado di fare la differenza…come un uomo, a volte più di un uomo.

The post Donne e sviluppo software appeared first on Mine Consulting.

]]>
Cosa sono le Super App? https://consultingmine.com/cosa-sono-le-super-app/ Fri, 22 Nov 2024 09:05:31 +0000 https://consultingmine.com/?p=1079 Nel mondo in cui viviamo possiamo fare quasi tutto via app: ordinare da mangiare, fare shopping, comunicare con amici e parenti, acquistare il biglietto dell’autobus, prendere appunti… Di conseguenza, i nostri smartphone sono pieni di applicazioni: ne abbiamo a decine, e utilizziamo ognuna di esse per svolgere esclusivamente una funzione.  E se, invece che avere […]

The post Cosa sono le Super App? appeared first on Mine Consulting.

]]>

Nel mondo in cui viviamo possiamo fare quasi tutto via app: ordinare da mangiare, fare shopping, comunicare con amici e parenti, acquistare il biglietto dell’autobus, prendere appunti… Di conseguenza, i nostri smartphone sono pieni di applicazioni: ne abbiamo a decine, e utilizziamo ognuna di esse per svolgere esclusivamente una funzione. 

E se, invece che avere un app per ordinare da mangiare, una per pagare, una per prenotare il taxi per tornare a casa e così via, potessimo utilizzare una sola app che gestisce tutte le funzioni di cui abbiamo bisogno? 

E’ proprio a questo che servono e serviranno le Super App.

Le Super App: un vero e proprio ecosistema!

Queste sono applicazione multifunzionali che creano un vero e proprio ecosistema di servizi legati allo stesso settore, o a settori differenti; tutti racchiusi nella stessa piattaforma.

Per gli utenti le super app sono una vera e propria rivoluzione:

Nel tempo vedremo gli smartphone svuotarsi, potremo accedere a diversi servizi e prodotti con un solo login, una sola password. Non trascurando il fattore sicurezza, avere i dati in più applicazioni diverse ci rende molto più vulnerabili. Avere decine e decine di account da gestire significa, per l’utente comune, quasi sempre trascurare la sicurezza: le password sono sempre le stesse, l’autenticazione a due fattori non viene attivata per pigrizia e così via.

Con un solo account da gestire, invece, non ci sono più scuse per trascurare tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione per la nostra sicurezza: password sicure e autenticazione a due fattori.

Gli esempi più significativi di super app si trovano nel Sud Est asiatico:

  • WeChat, con oltre 1,2 miliardi di utenti in Cina. L’esempio di super app più famoso del mondo. Nata come app di messaggistica istantanea, oggi We Chat è un ecosistema in cui si può inviare denaro, ordinare cibo, leggere news, prenotare visite mediche, e tanto altro…

Le Super app non sono il futuro, ma un presente sempre più vicino!

The post Cosa sono le Super App? appeared first on Mine Consulting.

]]>
Il digitale in rosa https://consultingmine.com/digitale-in-rosa/ Fri, 22 Nov 2024 09:03:58 +0000 https://consultingmine.com/?p=1072 Che la nostra società sia permeata da uomini per uomini è ormai un dato di fatto…ancora di più se si considerano settori come quello del tecnologico.  Pari opportunità in ambito lavorativo ed emancipazione femminile sono, infatti, due tra i più grandi temi che dibattiamo ancora oggi nella ricerca di un mondo che possa definirsi più […]

The post Il digitale in rosa appeared first on Mine Consulting.

]]>

Che la nostra società sia permeata da uomini per uomini è ormai un dato di fatto…ancora di più se si considerano settori come quello del tecnologico. 

Pari opportunità in ambito lavorativo ed emancipazione femminile sono, infatti, due tra i più grandi temi che dibattiamo ancora oggi nella ricerca di un mondo che possa definirsi più egualitario e inclusivo. 

Se però abbandoniamo l’immagine del mondo come dovrebbe essere e ci limitiamo a vedere la realtà per quella che è, risulta che ad oggi il divario tra uomini e donne è ancora eccessivo. 

Prendendo come esempio il settore digitale, si scopre, infatti, che si tratta di uno degli ambiti che più evidenzia questo problema in maniera netta.

E’ ancora fin troppo raro vedere donne impiegate in campo tecnologico e questa risulta essere una grave falla in quanto la leadership femminile nel digitale apporterebbe sicuramente novità interessanti nell’economia e nella cultura di qualsiasi paese.  

Una prima ragione di questo grande gap è infatti riscontrabile nell’approccio – da sempre analitico – che si attribuisce (forse anche in una forma di pregiudizio che dovremmo abbandonare) al settore tecnologico. 

Includere le donne nel digitale potrebbe significare, da questo punto di vista, rivoluzionare completamente il settore tecnologico e regalargli una connotazione più creativa, senza limitarsi a relegare questi lavori nella definizione di scientifici-analitici.

A tale proposito, ben si prestano come esempio le nuove pioniere del digital marketing: giovani imprenditrici digitali che fanno del lavoro di content creator un mezzo per guadagnarsi da vivere attraverso l’utilizzo della tecnologia.

In questo caso, il digitale viene sfruttato dal punto di vista dei vantaggi che può offrire in termini di comunicazione (pensiamo solo a fin dove ci si può spingere grazie all’uso dei social) e creatività (loghi, disegni, contenuti scritti ecc). Dal punto di vista dell’emancipazione femminile, dunque, queste donne sono l’esempio di come è possibile sfruttare il digitale, non solo per migliorare la propria condizione sociale ed economica ma anche per creare una serie di nuove figure professionali a plasmare la società e i suoi bisogni: pensiamo alla figura di professioniste in content writing, influencing, blogging ecc. 

Lo scopo? Essere indipendenti e riuscire a vivere in qualsiasi posto nel mondo. Il nomadismo digitale va per la maggiore proprio tra donne e millenials. Un tipo di vita itinerante che ha a che fare con la presa di coscienza di quanto il proprio tempo valga più di ciò che ci hanno sempre fatto credere e, inoltre, con la consapevolezza di avere a disposizione un mezzo, la tecnologia, che può rendere libere le persone dalla schiavitù della presenza fisica sul posto di lavoro.

Le donne si sono così rese portavoce di un movimento che non esclude la tecnologia, bensì la sfrutta declinandola in favore del proprio talento artistico/creativo.

Questo significa provare a cambiare le regole del gioco.

Ma perché la presenza femminile in questo mondo appare una conquista così importante?

Dando uno sguardo ai dati che riguardano le competenze settoriali specialistiche, ci si rende subito conto che solo il 19% degli specialisti nei settori ICT sono donne e solo un terzo totale le laureate nelle materie STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica). 

Da questi dati evinciamo due notizie, entrambe negative: la prima riguarda la mancata rappresentanza femminile in questo mondo e la seconda l’assenza di competenze tecniche specifiche in campo. Si parla di un vero e proprio di digital gap; è un circolo vizioso in cui il mancato riconoscimento fa sì che le donne non si sentano supportate e motivate a sufficienza nell’iniziare un percorso di studi che le porterebbe ad una carriera difficoltosa in cui doversi scontrare con colleghi uomini probabilmente più professionalmente riconosciuti.

Il problema è, ancora una volta, culturale. Nel campo dell’istruzione dovremmo rivedere l’approccio all’introduzione del materiale didattico…il nodo da sciogliere è infatti quello che vede queste professioni come proprie degli uomini e di un approccio maschile ma per raggiungere l’inclusione è necessario che le donne abbiano accesso al digitale. Perché? 

Semplicemente perché il digitale fa ormai parte della nostra esistenza…e se dunque lo scopo è quello di emancipare il sesso femminile e ridurre al minimo le disuguaglianze in ambito lavorativo, non è possibile pensare di ignorare il settore tecnologico.

Il digitale è il primo facilitatore economico della comunicazione, il mezzo attraverso cui ci esprimiamo…rimanere escluse da ciò significa non essere in grado di rivalersi sul motore economico e professionale della società.

Il dato più preoccupante riguarda poi la stima (divulgata dalla Commissione Europea) secondo cui sarebbero necessari all’incirca 134 anni per arrivare a colmare il gender gap in campo tecnologico. Insomma, la strada è ancora lunga…essendo un problema causato da stereotipi culturali, è necessario essere realisti e considerare che si tratta di barriere mentali difficili da abbattere in poco tempo. Questo ha effetti anche sulla percezione del proprio valore in ambito lavorativo: risulta, infatti, che il 46% delle donne non si ritiene in grado di lavorare efficientemente in campo tecnologico.

Probabilmente ciò incide anche sulla decisione di non dedicarsi allo studio di questi ambiti, ritenendo di avere scarsa attitudine. 

La riflessione che ci deve indurre tutto questo discorso è il rischio di una totale disomogeneità professionale che impatta a livello sociale. Lo scenario, all’interno delle aziende, risulta assai poco equilibrato e consideriamo che più scendiamo nel tecnico, meno donne incontriamo: le posizioni di Data Scientist e Big Data Engineer sono quasi interamente ricoperte da uomini.

Dunque, questo cosa significa? Una società più inclusiva ed equilibrata non è possibile?

La risposta non può che essere affermativa ma se davvero è nostra intenzione accelerare i tempi di miglioramento è necessario annullare gli stereotipi culturali legati al mondo del digitale: una volta per tutte, dobbiamo facilitare uno scambio equo tra le esistenti (ed innegabili differenze). 

La differenza è sempre e comunque un valore perché le differenze sono sempre conciliabili (se c’è la voglia di collaborare). Tale desiderio di collaborazione può esistere solo nel riconoscimento che l’altro (in questo caso, l’altra) possa apportare un di più, un valore aggiunto. 

Non riconoscendo nelle donne un valore aggiunto a livello professionale, difficilmente si può immaginare una ragione di tentativo di inclusione.

Noi di mine consulting ci impegniamo a eliminare questo divario, come? Ci sono io Donna e fondatrice dell’azienda e contiamo in futuro di trovare donne programmatrici, esperte di marketing e designer che tingano la nostra azienda di rosa, o di qualunque colore che a loro piaccia!

The post Il digitale in rosa appeared first on Mine Consulting.

]]>
I bambini sono al sicuro online? https://consultingmine.com/bambini-sono-al-sicuro-online/ Fri, 22 Nov 2024 09:01:00 +0000 https://consultingmine.com/?p=851 Secondo un studio fatto da una società che si occupa di sicurezza informatica e privacy è emerso che il 40% dei bimbi italiani condividerebbe informazioni con “amici” virtuali (estranei conosciuti in rete). L’indagine, condotta tra maggio e ottobre 2021, aveva lo scopo di indagare secondo le abitudini della generazione Alpha (bambini dai 5 ai 10 […]

The post I bambini sono al sicuro online? appeared first on Mine Consulting.

]]>

Secondo un studio fatto da una società che si occupa di sicurezza informatica e privacy è emerso che il 40% dei bimbi italiani condividerebbe informazioni con “amici” virtuali (estranei conosciuti in rete).

L’indagine, condotta tra maggio e ottobre 2021, aveva lo scopo di indagare secondo le abitudini della generazione Alpha (bambini dai 5 ai 10 anni) in merito all’uso dei dispositivi tecnologici e la loro consapevolezza circa i rischi nei quali potrebbero incorrere navigando in rete.

Lo stesso studio ha evidenziato anche che il 43% dei bambini usa ogni giorno il telefonino e  solo il 25% ha detto di preferire trascorre il tempo insieme con i coetanei senza tablet o smartphone.

Molti genitori sorridono del fatto che i bambini siano spesso più bravi di loro nell’uso di smartphone e tablet. 

Nonostante questo non hanno la malizia di capire ne le potenzialità e tantomeno i rischi di questi dispositivi. 

È stato chiesto ai bambini se sarebbero disposti a condividere con amici virtuali le informazioni personali sul luogo in cui vivono o vanno a scuola, il 40% ha appunto affermato che risponderebbe tranquillamente, “perché un amico virtuale è pur sempre un amico”. 

È dunque molto importante monitorare costantemente i bambini mentre utilizzano i dispositivi connessi, ma ancor più sensibilizzarli e spiegare loro che internet è un posto dove ci sono persone buone ma anche persone cattive, un po come si spiega il mondo al di la delle mura domestiche.

Non accettare caramelle dagli sconosciuti e non parlare con nessuno senza il permesso di un adulto responsabile, quanti hanno sentito questa frase?

Queste frasi valgono tanto nella vita reale quanto in quella virtuale!

Come nella vita reale anche in quella virtuale possiamo incontrare persone che vogliono ingannarci. E’ importante, dunque, fare attenzione.

Noi sosteniamo che internet sia anche un mondo pieno di opportunità per i bambini, per questo con la giusta attenzione da parte dei genitori i bambini possono imparare moltissime cose.

Sarebbe assurdo se un genitore non permettesse ad un bambino di andare a giocare con altri bambini al parco per paura così è anche il mondo digitale. Dobbiamo ammettere l’importanza e la possibilità di informazione così come dobbiamo ammettere la necessità di attenzione da parte dei genitori.

The post I bambini sono al sicuro online? appeared first on Mine Consulting.

]]>
No-code: cosa significa e vantaggi per il business https://consultingmine.com/vantaggi-app-no-code/ Fri, 22 Nov 2024 08:23:55 +0000 https://consultingmine.com/?p=714 Sviluppare un’app senza scrivere righe di codice è davvero semplice e intuitivo e permette di avere un prodotto subito pronto all’uso e di qualità. Creare un’applicazione usando una piattaforma No-Code permette di ridurre le competenze necessarie e di conseguenza anche: I tempi di consegna. I costi dell’operazione. Cos’è il No-Code? Il No-Code è un approccio […]

The post No-code: cosa significa e vantaggi per il business appeared first on Mine Consulting.

]]>

Sviluppare un’app senza scrivere righe di codice è davvero semplice e intuitivo e permette di avere un prodotto subito pronto all’uso e di qualità. Creare un’applicazione usando una piattaforma No-Code permette di ridurre le competenze necessarie e di conseguenza anche:

  • I tempi di consegna.
  • I costi dell’operazione.

Cos’è il No-Code?

Il No-Code è un approccio allo sviluppo di applicazioni che consente di creare software senza scrivere codice, utilizzando piattaforme intuitive con strumenti drag-and-drop.

Le piattaforme No-Code ad oggi rappresentano il più alto grado di avvicinamento tra sviluppo applicativo e business.  

Essendo dedicate a coloro che non hanno competenze di sviluppo dispongono di template, workflow e soluzioni drag and drop insieme a strumenti predefiniti semplificati, ciò permette a un’azienda di sviluppare in maniera autonoma una propria applicazione.

Esistono ovviamente dei vantaggi di tipo competitivo nel progettare e rendere installabili le proprie app in meno tempo rispetto alla concorrenza. Semplificare la programmazione e rendere lo sviluppo di software accessibile a tutti in tempi rapidi è uno degli obiettivi primari che da sempre si cerca di raggiungere, questo tipo di piattaforme sono oggi uno dei traguardi più ambiziosi raggiunti dal mercato.

I vantaggi del No-code

Vediamo nello specifico quali sono i principali vantaggi di creare un’applicazione usando una piattaforma No-Code dedicata.

Facile da aggiornare e con rapida manutenzione

Un’app senza codice è facilmente aggiornabile e può integrare le nuove funzionalità in maniera quasi istantanea mentre è in uso su dispositivo mobile. Ciò non avviene con le app sviluppate a partire dal codice che richiedono un periodo decisamente più lungo per aggiornare e integrare il codice con nuove funzioni.

Un altro punto a favore di cui bisogna tener conto è la facilità di manutenzione dell’applicazione creata, non si dovrà far ricorso a un team di programmatori o sviluppatori poiché il sistema No-Code è molto più intuitivo e semplice.

Possibilità di cambiare target facilmente

Qualora le statistiche interne e le funzionalità acquisite dell’app dessero l’opportunità all’azienda di ripensare il suo utilizzo verso un altro mercato e un pubblico di riferimento del tutto diverso sarà davvero semplice mettere in gioco tale rivoluzione. 

Il No-Code permetterà inoltre di farlo in maniera quasi immediata e senza il ricorso a un team dedicato di sviluppatori. Questo significa velocità e contenimento delle spese.

Riduzione del TCO

Creare un app su di una piattaforma No-.Code riduce in maniera drastica e definitiva i costi di proprietà. Non richiedendo gli stessi sforzi di programmazione, l’utilizzo di risorse aziendali o esterne per lo sviluppo e riducendo i tempi in maniera davvero considerevole sarà possibile contenere i costi sostenuti. In questo caso è davvero di fondamentale importanza tener conto di ciò per poter ottimizzare i budget aziendali.

In un momento in cui il mercato è sempre più competitivo ridurre i costi di produzione può fornire un vantaggio considerevole.

Innovazione costante

Utilizzare il No-Code per ideare e creare progetti aziendali di piccola entità è una nuova frontiera. Se prima non era possibile implementare piattaforme e applicazioni per la realizzazione di progetti di dimensioni ridotte con questa innovazione non solo è possibile ma è anche una soluzione a basso costo che permette di aumentare l’efficienza di interi team e reparti.

Conclusione

Le piattaforme No-Code sono sempre più utilizzate in ambito IT e per lo sviluppo di app di ultima generazione. Per un’azienda farne ricorso per sviluppare applicativi utili è davvero semplice e veloce. Tenendo conto dei vantaggi fare ricorso a questo tipo di sviluppo App è un metodo alternativo che può generare soddisfazione, aumentare il fatturato e rendere più smart e tecnologica la realtà di un brand.

The post No-code: cosa significa e vantaggi per il business appeared first on Mine Consulting.

]]>
3 (possibili) tecnologie del futuro secondo gli scienziati https://consultingmine.com/tecnologie-del-futuro/ Thu, 21 Nov 2024 16:48:00 +0000 https://consultingmine.com/?p=944 In questi anni l’informatica, la medicina e la comunicazione sono solo alcuni dei settori che hanno subito dei cambiamenti radicali che, in futuro, diventeranno sempre più frequenti.  Ma quali saranno le tecnologie del futuro che cambieranno il mondo?   Scoprilo insime a noi di Mine Consulting,  un’azienda di sviluppo App che opera sia in Italia che […]

The post 3 (possibili) tecnologie del futuro secondo gli scienziati appeared first on Mine Consulting.

]]>

In questi anni l’informatica, la medicina e la comunicazione sono solo alcuni dei settori che hanno subito dei cambiamenti radicali che, in futuro, diventeranno sempre più frequenti. 

Ma quali saranno le tecnologie del futuro che cambieranno il mondo?  

Scoprilo insime a noi di Mine Consulting,  un’azienda di sviluppo App che opera sia in Italia che nel resto d’Europa.

Carne e latticini creati in laboratorio

Dopo la controversa invenzione della carne coltivata, o meglio realizzata, dentro un laboratorio, gli scienziati sono a lavoro anche su latticini e prodotti caseari.

Si stanno infatti concentrando su un processo di fermentazione che dovrebbe portare alla produzione delle proteine del latte e della caseina realizzando prodotti con lo stesso sapore e la stessa consistenza del latte “vero”. 

L’eco-sepoltura

Un progetto tutto italiano sta spopolando in molti Paesi: lʼeco-sepoltura che trasforma le spoglie dei defunti in alberi rigogliosi.

Più precisamente, il corpo del defunto viene disposto in un contenitore a forma di uovo, totalmente biodegradabile, sul quale viene piantato l’albero. 

L’intento è quello di trovare un’alternativa sostenibile al consumo di suolo e all’impatto ambientale causati dai cimiteri tradizionali.

Robot e Realtà virtuale 

La robotica e la realtà virtuale sono le tecnologie del futuro. 

Non si parla di robot ma nemmeno di esseri completamente viventi: sono una nuova specie che potrebbe avere moltissimi utilizzi.

Gli scienziati, per esempio, stanno realizzando androidi ibridi che potrebbero essere utilizzati per raccogliere le microplastiche dagli oceani…e molto altro ancora!

E la realtà virtuale? Le nuove tecnologie riguardano il tatto. Toccando un display con particolari guanti, per esempio, si può simulare il tocco e provare le stesse sensazioni che si provano nel mondo reale. 

Questo potrebbe essere una svolta per l’abbigliamento, l’insegnamento, i videogiochi sempre più realistici e così via. 

L’idea è che questo progetto possa consentire alle persone di utilizzare tutto il corpo anche nelle sessioni di realtà virtuale.

The post 3 (possibili) tecnologie del futuro secondo gli scienziati appeared first on Mine Consulting.

]]>
Come entrare nel Metaverso e quali piattaforme scegliere https://consultingmine.com/come-entrare-nel-metaverso-quali-piattaforme-scegliere/ Thu, 21 Nov 2024 16:40:56 +0000 https://consultingmine.com/?p=1029 Abbiamo già visto cosa sia il Metaverso, cioè un universo digitale frutto di molteplici elementi tecnologici tra cui video, realtà virtuale e realtà aumentata in cui gli utenti accedono tramite visori 3D e vivono delle esperienze virtuali. Si possono creare infatti degli avatar realistici, incontrare altri utenti, creare oggetti o proprietà virtuali, andare a concerti, […]

The post Come entrare nel Metaverso e quali piattaforme scegliere appeared first on Mine Consulting.

]]>

Abbiamo già visto cosa sia il Metaverso, cioè un universo digitale frutto di molteplici elementi tecnologici tra cui video, realtà virtuale e realtà aumentata in cui gli utenti accedono tramite visori 3D e vivono delle esperienze virtuali. Si possono creare infatti degli avatar realistici, incontrare altri utenti, creare oggetti o proprietà virtuali, andare a concerti, conferenze, viaggiare e tanto altro.

Si tratta di un concetto difficile da definire esattamente, che prefigura un insieme di mondi virtuali e reali interconnessi, popolati da avatar. 

Vediamo allora come entrare nel Metaverso e quali piattaforme scegliere tra quelle già esistenti. 

Come entrare nel Metaverso

Le porte del Metaverso sono accessibili a chiunque sia interessato. Infatti, per entrare nel Metaverso non sono richieste competenze speciali nel campo informatico ma solo alcuni strumenti necessari, come: 

  • un computer o uno smartphone;
  • una connessione internet per poter interagire con il mondo del web;
  • un account su una delle piattaforme del mondo virtuale;
  • se li si possiede, dei visori di realtà aumentata.

Questo significa che basta creare un account per accedere a una delle piattaforme virtuali del Metaverso. 

Le piattaforme più famose per entrare nel Metaverso

Sapevi che esistono delle piattaforme per entrare nel Metaverso? Vediamole insieme. 

Come entrare nel Metaverso Decentraland 

Decentraland è un mondo della realtà virtuale del Metaverso creato da Ethereum. In questo universo virtuale gli utenti una volta iscritti possono creare edifici virtuali, case, parchi e far pagare agli altri la visita con una criptovaluta chiamata MANA. Ha anche ospitato anche un festival musicale con Paris Hilton.

Per entrare nel Metaverso Decentraland basta andare sul sito, creare un account con il proprio avatar e iniziare l’esplorazione.

Come entrare nel Metaverso Stageverse 

Stageverse è una nuova piattaforma virtuale per esperienze immersive. Ha debuttato in occasione del concerto dei Muse e consente agli utenti di assistere a concerti attraverso filmati 3D a 360° e caratterizzati da effetti speciali. 

È possibile accedere a Stageverse attraverso l’app Oculus Quest per dispositivi iOS e Android.

Come entrare nel Metaverso Sandbox 

Sandbox è un metaverso virtuale diventato popolare da quando ha annunciato la sua partnership con Meta. I suoi avatar hanno uno stile visivo a blocchi come Minecraft e possono costruire, possedere e monetizzare utilizzando NFT e SAND.

Sandbox ha anche stretto una partnership con oltre 165 marchi per creare gli avatar nel mondo virtuale di personaggi famosi come Snoop Dogg e The Walking Dead. 

La piattaforma Sandbox non è ancora disponibile ma in attesa si può visitare il sito e interagire con la community.

Come entrare nel Metaverso Facebook

Secondo Mark Zuckerberg ci vorranno almeno 5 anni prima che il metaverso sia usato da milioni (o miliardi) di persone, ma è già possibile entrarci per dare una sbirciatina a ciò che ci aspetta.

Ma, torniamo indietro nel tempo! 

Già nel 2014 il CEO di Facebook spiegò che l’intenzione era di fare di Oculus una piattaforma per molte altre esperienze oltre al gioco: non solo la possibilità di guardare internet, ma viverlo. 

Per entrare nel Metaverso di Facebook c’è quindi Oculus Quest. Il primo modello è stato lanciato nel 2019, poi nel 2020 è uscito Oculus Quest 2, versione migliorata del visore originale.

Formato da un visore VR e due controller da tenere in mano, Oculus Quest 2 ha bisogno di accedere a un account Facebook per funzionare e permette di giocare a tutta una serie di giochi: sport, fitness, divertimento, gare con gli amici e tanto altro. 

Facebook ha infatti lanciato la piattaforma social VR Horizon sui visori Meta Quest 2 consentendo ai giocatori e ai creator di realizzare, sviluppare ed esplorare un catalogo in crescita di esperienze interattive, anche partendo da zero.

Al momento la cosa più vicina al metaverso vero e proprio è quindi Horizon, formata da Horizon Worlds, Horizon Venues e Horizon Workrooms, in cui i giocatori hanno il loro avatar  e possono creare spazi virtuali in cui incontrarsi, interagire tra loro e con gli oggetti nel gioco.

Una volta che si entra nel metaverso di Horizon Worlds si può scegliere se giocare, partecipare a eventi o uscire. 

The post Come entrare nel Metaverso e quali piattaforme scegliere appeared first on Mine Consulting.

]]>
Hai un’idea innovativa per un’app? https://consultingmine.com/idea-innovativa-per-app/ Thu, 21 Nov 2024 16:10:41 +0000 https://consultingmine.com/?p=919 Pazzesco! Cosa serve per avviare il progetto mobile? Beh è ovvio, SOLDI! Ma questi soldi chi li mette? Il nostro consiglio è quello di finanziare tu stesso la prima fase del progetto, racimolando un pò di soldi magari con l’aiuto di amici e parenti, potrai trovare tra loro anche un co-fondatore che ti aiuterà a […]

The post Hai un’idea innovativa per un’app? appeared first on Mine Consulting.

]]>

Pazzesco!

Cosa serve per avviare il progetto mobile?

Beh è ovvio, SOLDI!

Ma questi soldi chi li mette?

Il nostro consiglio è quello di finanziare tu stesso la prima fase del progetto, racimolando un pò di soldi magari con l’aiuto di amici e parenti, potrai trovare tra loro anche un co-fondatore che ti aiuterà a condividere le spese e la pressione del progetto.

Parti da un progetto piccolo, è vero che quando uno inizia a pensare ad un prototipo aggiunge rispetto ai competitors dei dettagli e delle caratteristiche, siamo sicuri però che un buon progetto per essere presentato dovrebbe essere chiaro, concentrato ai soli punti forti.

E se hai le tasche vuote e non hai possibilità alcuna di finanziare il progetto?

Buttati su una campagna crowdfunding!

Non pensare che sarà facile, dovrai studiare moltissimo e affinare le tue competenze, sopratutto se vuoi lanciare la campagna partendo da zero e spendendo zero, dovrai utilizzare tutte le risorse disponibili gratuitamente per farti conoscere e iniziare a creare una community.

Analizza le varie piattaforme leader come Crowdcube, Seedrs o Indiegogo, cerca quella più orientata verso il tuo progetto, informati su quali documenti legali e finanziari la piattaforma richiede.

Con alcune piattaforme di crowdfunding, se non raggiungi il tuo obiettivo di finanziamento, il denaro viene rimborsato agli investitori, altre potrebbero permetterti di mantenere l’importo raccolto in cambio di una commissione di servizio più elevata. 

Ci sono altri modi per finanziare un progetto?

Certo, ci sono tantissimi altri modi:

-Finanziamenti pubblici:

Sono sicuramente un buon modo per ottenere dei soldi senza dover necessariamente anticipare.

I finanziamenti pubblici spesso gestiti da un’agenzia nazionale per lo sviluppo economico, Invitalia ( https://www.invitalia.it/)  sono fondi stanziati dall’Europa per lo sviluppo economico e incentivare i nuovi progetti.

  • Incubatori e acceleratori:

Sono dei luoghi dove i futuri imprenditori sono aiutati a trasformare le idee in progetti (volgarmente parlando anche se nella pratica, non è proprio così), oltre questo sono dei luoghi spesso frequentati da investitori, per questo motivo un inserimento in questi potrebbe creare opportunità interessanti.

  • Banche:

Non possiamo non citare le banche, seppur questi prestiti siano piuttosto difficili da ottenere. Esiste in alcuni casi un fondo di garanzia che garantisce i progetti per una certa percentuale, rendendo più semplice l’accesso al credito. 

Ad ogni modo è necessario capire la convenienza a rivolgersi alle banche che comunque vorranno la loro lauta quota di interessi.

Per ricapitolare esistono diversi modi di finanziare un applicazione o in generale una startup;

  1. Bootstrapping (autofinanziamento);
  2. Love capital: family, friends and fools (chiamate anche le tre F);
  3. Bandi
  4. Business Angel;
  5. Incubatori e accelleratori;
  6. Finanziamenti bancari.

Contattaci e fai un preventivo dettagliato per capire la spesa necessaria per avviare il tuo business.

The post Hai un’idea innovativa per un’app? appeared first on Mine Consulting.

]]>